Questo manoscritto è stato steso in occasione della presentazione di un progetto per un’area residenziale
Lo scopo di questa riunione è di illustrare le nuove possibilità di sistemazione delle aree verdi di un centro o di un insediamento o di un nucleo o di un complesso, come lo vogliamo chiamare, residenziale.
La superficie di questo non è che sia stato ricavato dalla demolizione di edifici più o meno vecchi in area urbana. Ma qui siamo in periferia, in aperta campagna, non abbiamo obblighi in pastoie. L’unico obbligo, semmai, è quello di procedere e procurare il meglio.
Avevo accennato fugacemente al rag. Parovano nel nostro primo incontro alla possibilità di ricavare una sensazione di maggiore spazio, maggiore unità ed organicità e quindi bellezza e grandiosità solo che si potessero coordinare le sistemazioni delle recinzioni ed unificare i settori di giardino fra casa e strada, cioè le zone cosiddette di rispetto le quali nei paesi di lingua tedesca (Austria, Svizzera, Germania) con molta proprietà vengono denominati Vorgarten, cioè giardini che stanno davanti, anteriormente.
Il concetto fondamentale è che se ognuno si chiude il proprio giardino anteriore in maniera impenetrabile, con muro, inferriata e dietro l’inferriata la siepe perché nessuno entri (ma se vuole questo qualcuno, nessuno glielo potrà impedire), perché nessuno veda dentro, allora avremo tanti piccoli reclusori, dove la vista sarà bloccata dalle siepi pochi metri più avanti, il panorama limitato e sempre quello vita natural durante, di una monotonia indisponente. Questo si giustifica in città, ma non in periferia dove i metri quadrati sono disponibili con maggior larghezza.
Il ragionamento deve essere un altro: è vero che io sono il proprietario, questo l’ho comprato, è mio, qui sono padrone e nessuno mi deve disturbare, sono uno , tre, dieci, anni che sto sognando il terreno e la casa, finalmente ci siamo e adesso mi chiudo. Lo spirito individualista italiano o, diciamo, latino è risaputo che si proietta in tutte le direzioni e in tutte le espressioni e si manifesta in ogni occasione ed in ogni tempo. Sennò, che latini saremmo? Però a parte questo semplice istinto, non è vero che noi siamo anche buoni, pietosi, affabili, socievoli, allegri, baccanoni. Ho detto socievoli come termine paradossalmente antitetico di individualista, ma perché aperto a contrarre amicizia e magari a coltivarla (fino al prossimo scontro) col vicino. Indubbiamente siamo più prontamente socievoli di uno svedese o di un inglese ed allora approfittiamo di questa “ apertura” per adeguare il nostro “verde” a nuovi concetti. Nuovi per noi o per taluni di noi in Italia, ma già largamente applicati oltre le nostre frontiere. Mi riferisco a Canadà, USA, Svizzera, Germania, Belgio, Olanda, Uruguay. Sono paesi che purtroppo ( purtroppo per noi ) sono molto avanzati come arte del giardino. Noi qui abbiamo molta passione e molta velleità, ma arte (salve le solite eccezioni) ben poca. Per un esperto è assai amaro dover constatare che i begli esempi se li deve andare a pescare all’estero; noialtri arriviamo sempre a rimorchio.
L’Italia non fa testo da almeno duecento anni, e negli ultimi duecento anni molte cose sono cambiate nel campo dell’arte, perchè insisto ancora una volta che quella del giardino è un’arte. Tutti sappiamo che si pianta con le radici in giù, che si deve bagnare, concimare, potare, ecc. Tutti sono delle cime o aquile, perchè lei non sa che io ho uno zio nella forestale, e perché lei non sa che mia moglie legge ogni mese la rivista tale e che mio nonno aveva una vigna ecc. ecc. Va bene, ma come la mettiamo con gli accostamenti? Con la composizione rispetto alla fisiologia e rispetto alla fisionomia? Vale a dire le piante in una creazione vanno riunite rispetto alle loro esigenze ambientali (terra, acqua, sole, luce, mezz’ombra) e rispetto ai loro caratteri morfologici ( tipo e grandezza o colore di foglie) portamento del tronco e dei rami, portamento generale( eretto, strisciante, pendulo, sarmentoso ecc.). O va tenuto conto di entrambe, fisiologia e fisionomia? Queste sono questioni fondamentali e vanno tenute in considerazione in qualsiasi tipo di creazione di verde ed applicate di volta in volta con sapiente discernimento non disgiunto da un certo garbo, comunemente detto buon gusto.
Ma creare il verde, sia esso giardino, o paesaggio, non significa soltanto, come la maggior parte della gente crede, a torto, mettere giù piante, albero o arbusto, o bulbo o rizoma, seminare il prato e via. Il cancello, la recinzione, la posizione del garage e dei servizi, il collegamento viario tra cancello e casa (tracciato e pavimentazione) attrezzature varie(pergola, giochi, posti a sedere, vasche e piscine, scale, scalette, muri, irrigazione, illuminazione, mascheramenti e protezione) ecco alcuni dei compiti che spettano allo specialista e qui da noi si risolvono all’italiana, cioè (e lo dico con rammarico) pietosamente. E poi ci pavoneggiamo credendo di aver combinato chissà quale capolavoro e definendo altezzosamente gli altri “sottosviluppati”.
Non starò qui a ricordare poi che ogni giardino va legato con l’ambiente circostante e che questa interdipendenza non è facile né semplice da captare e ottenere con la nostra opera.
Nel nostro caso specifico poi, mi riferisco al complesso residenziale, i problemi vengono ingigantiti per il fatto che non solo di giardini si tratta, ma di viabilità, di centro commerciale, di albergo, di scuola, di chiesa , di parco giochi e piscine.
La viabilità in un centro di tale genere deve rispondere a criteri specifici non normali. Ricorderò soltanto che i bambini, i quali hanno la tendenza a scappare di mano, si muovono per vie interne di transito tra scuola e casa e campo giochi ecc. e viceversa, senza il pericolo di venire travolti da un’auto o da una moto. La mamma che va con una carrozzella e con due pargoletti attaccati alla gonna verso il supermercato o semplicemente a fare un giretto deve avere fa il marciapiedi e la strada una fascia verde di sicurezza di due quattro metri, come vedremo in parecchie foto eseguite all’estero.
Ritornando alla nostra recinzione, qui non si tratta solo di proporre una certa armonia tra le varie soluzioni da adottare, ma addirittura di suggerire non la cessione fisica e materiale, ma soltanto ottica ed estetica della zona di rispetto singolo a favore del godimento comune.
Se per esempio la fascia frontale di ogni villa viene separata dalla contermine non da un muro di cemento ma da una fila di cespugli da fiore e tale fascia verso il marciapiedi viene limitata da uno steccato o muricciolo o inferriata (vedremo poi) piuttosto bassetta e questo steccato, muricciolo o inferriata ricoperti di rampicanti con bei fiori ( faccio per dire: rosai, clematis, madresylva, bignonia ecc.) ecco che questa linea moltiplicata per dieci, dodici, quindici, o quante sono le ville, più la fascia che sta in corrispondenza dell’altro lato della strada ( perché anche di fronte ci sono le ville), crea uno scenario non comune a favore di tutti, proprietari e visitatori.
Se poi oltre agli arbusti e ai rampicanti nelle zone frontali mettiamo qualche gruppo di alberi asimmetricamente, tutto ciò visto in prospettiva procura un effetto di grandiosità. Effetto di grandiosità che non è da disprezzare o da scartare. In fin dei conti ogni proprietario qui fa parte di una comunità e qual è o quali sono il suo orgoglio e la sua fierezza? Penso quelli di abitare in un quartiere prezioso dove, e qui viene il bello, con la stessa spesa si può ottenere l’ottimo o il pessimo. E chi è che vuole il pessimo (risultato)? E’ da credere nessuno.
Senza contare che questa cessione fittizia di varie porzioni di area frontale in pro di un assetto unitario poderosamente paesaggistico sarebbe ricompensata da una contropartita non disprezzabile in chiave di valorizzazione del complesso residenziale. Ogni pedina, cioè ogni parcella acquisterebbe a sua volta un plusvalore che le deriverebbe appunto dall’essere incorporata in un paesaggio organico che essa stessa ha contribuito a creare.
Fugacemente accenneremo al fatto che anche le porzioni di giardino retrostante alla villa ( il vero dominio privato) possono acquistare maggiore pregio se si procurerà di creare “un’alleanza” coi vicini, alleanza intendiamoci di ordine estetico, vegetale, non già di abolizione delle frontiere…Ognuno può separarsi dal vicino anche con l’uso di reti, steccati o altro. Però esiste la maniera di rendere queste fatture meno visibili e meno ostiche eseguendo delle piantagioni arbustive variate a cavallo dei confini di proprietà. Queste piantagioni potrebbero essere costituite da cespugli a fioritura scalare per tutto l ‘anno, compresi dicembre e gennaio, con creazione di boschetti strategicamente disposti in maniera che il verde o i fiori o le zone di ombra di uno siano di ornamento o di vantaggio anche per l’altro.
Queste non sono utopie, né miraggi né noi dobbiamo essere ritenuti dei visionari.
Realizzazioni nei sensi sopradescritti ed auspicati hanno già avuto luogo in altri paesi con effetti sorprendenti.
Noi stessi abbiamo vissuto parecchi anni della nostra vita in un comprensorio di circa cinquemila (diconsi cinquemila) ettari sistemati con i criteri di cui sopra e vi possiamo assicurare che ci sembra più strano riscontrare che ancora qui da noi non si sia arrivati a tanto piuttosto che viceversa.
Penso che a questo punto sia molto opportuno ricorrere senz’altro all’efficacia delle immagini e nell’augurarci che nessuno rimanga annoiato mi permetto di …