Articolo tratto da “IL POPOLO”, 20 maggio 1973
Da tempo il Consiglio di amministrazione della chiesa stava dibattendo il problema di incorniciare di verde l’abbazia che sorge spoglia e nuda sulla piccola altura dinanzi al Reghena. Pure l’opinione pubblica, informata della prospettiva di alberare questa zona, si era espressa favorevolmente. La Soprintendenza alle belle arti ha dato il suo benestare con qualche osservazione al progetto redatto dall’arch. Gorian.
I criteri scelti per dare una cornice di verde all’antico edificio sono i seguenti: a monumento antico, piante classiche; nel viale d’acceso cipressi raggruppati a distanza ineguale; sulla destra del piazzale della chiesa due olivi e un cipresso; sul lato sud-est della chiesa due pinus pinea e un cipresso, sulla scarpata verso la campagna un altro piccolo assembramento di cipressi; davanti alla sacrestia due osmanthus. Cipresso e alloro saranno posti per separare otticamente la fabbrica antica dalla costruzione recente; dietro la sacrestia e lungo le mura allori e cipressi; verso la canonica due pioppi cipressini allo scopo di dilatare il verde oltre i limiti strettissimi della chiesa, contro l’autorimessa e tra questa e la statale n.53 due pioppi bianchi a chioma espansa e un cipressino per dissimulare parzialmente un tipo di costruzione che non è molto pertinente con l’abbazia.
Gli elementi verdi non sono molti, ma essenziali per dare e tono e sapore i monumentalità. Le dimensioni delle piante sono notevoli, per cui il risultato è stato subito valido e il paesaggio ha mutato da un giorno all’altro. I visitatori si sono compiaciuti per la realizzazione che ha dato un nuovo suggestivo tono alla nostra chiesa.